lunedì 20 febbraio 2012

VINCITRICE CONCORSO MISS VINTAGE LADY

VINCITRICE CONCORSO MISS VINTAGE LADY

























Complimenti!! Ecco la vincitrice di Miss Vintage Lady! Il look retrò della concorrente numero 13 ha conquistato il 39.58% di voi! Il titolo di Miss Vintage Lady è suo! La concorrente riceverà un'email a breve con il coupon per ritirare il premio.

Medaglia d'argento (16.67%) alla concorrente numero 15 e al suo outfit da Seventies Hostess! Terza classificata (7.29% ) è la concorrente numero 11, che indossa un abito di Valentino anni Ottanta.


Ancora complimenti a tutte le partecipanti, avete reso ancora più speciale la giornata del Vintage Fair. Avete ancora una settimana di tempo per venire a curiosare tra le nostre proposte vintage, poi arriveranno le nuove proposte per la primavera!!!

Grazie a tutte di nuovo, siete stupende!!

 Questa è la schermata dei risultati del sondaggio! Complimenti a tutte!!


mercoledì 15 febbraio 2012

ORFANETRENTA SU TWITTER

ORFANETRENTA SU TWITTER

SEGUITECI!















Anche OrfaneTrenta sbarca su Twitter. Un modo simpatico e veloce per rimanere sempre aggiornati su cosa si combina qui in atelier o in sartoria, spiare i nuovi tessuti che arrivano o scoprire in anteprima il tema dei nostri prossimi eventi. Cinguettii e foto, solo per voi!

Che aspettate allora??? Seguiteci su Twitter!! https://twitter.com/#!/OrfaneTrenta



domenica 12 febbraio 2012

MISS VINTAGE LADY

MISS VINTAGE LADY

VINTAGE FAIR 11 FEBBRAIO 2011




 Il Vintage Fair è stato un successo

Grazie a tutte coloro che hanno partecipato all'evento e giocato con noi! Le prime foto le potrete trovare qui http://www.facebook.com/media/set/?set=a.368907589788127.95468.100000066681570&type=3 , a breve ne verranno caricate molte altre!


Adesso è tempo di votare la miglior Vintage Lady!
Scegliete la vostra Miss Vintage Lady preferita, votatela entro domenica sera prossima e lunedì 20 Febbraio verrà eletta la vincitrice del concorso! Se volete vedere le immagini del sonndaggio più grandi basta cliccarci sopra, oppure andate su Facebook per vederle al meglio http://www.facebook.com/media/set/?set=a.374562509220581.99655.131547186855449&type=3



venerdì 10 febbraio 2012

DOMANI VINTAGE FAIR! regolamento concorso Miss Vintage Lady

DOMANI
SABATO 11 FEBBRAIO
VINTAGE FAIR



Domani Sabato 11 Febbraio si inaugura dalle 16.00 alle 22.00 il Vintage Fair presso OrfaneTrenta! 
Qui in atelier stiamo riorganizzando tutto per domani! Abbiamo scovato dei pezzi unici e particolarissimi: ci sono cappottini colorati e pelliccette ecologiche, foulard di ogni forma e colore (inclusi degli Hermes e degli Etro!!), abitini super romantici o decisamente pop, tailleur, giacche, pantaloni...


E siamo anche ben accessoriate: borsette, bijoux, cappellini, riviste degli anni Quaranta e Cinquanta!
Abbiamo anche deciso di proporre degli autentici tessuti vintage, perfettamente conservati e utilizzabili per creare degli abiti dal taglio moderno ma dal sapore retrò!



Ma soprattutto non dimentichiamo il CONCORSO MISS VINTAGE LADY!!

Come si è già detto, il dress code è proprio Vintage Lady: scegliete un outfit vintage che vi rispecchi al meglio e venite a trovarci in negozio. Chi acconsentirà di partecipare al concorso si farà fotografare, previa firma di liberatoria per l'utilizzo delle immagini ovviamente, e noi creeremo un sondaggio sul nostro blog facendo scegliere direttamente a voi la vincitrice!! 
L'outfit più votato si aggiudicherà il premio messo in palio da OrfaneTrenta. Curiose di sapere cosa sia questo fantomatico premio? Venite a trovarci domani in negozio!


VI ASPETTIAMO DOMANI!!!!

martedì 7 febbraio 2012

VINTAGE FAIR SABATO 11 FEBBRAIO

VINTAGE FAIR SABATO 11 FEBBRAIO


















Finalmente è tempo di VINTAGE FAIR!
Dopo aver douto rimandare il party causa neve e freddo, questo week-end, indipendentemente dalle condizioni climatiche, si inaugura dalle 16.00 fino alle 22.00 una festa lunga due settimane dedicata alle appassionate di vintage.

Presso OrfaneTrenta vi accoglieremo in un'atmosfera d'antan, fatta di meravigliosi abiti, stuzzicanti accessori, intriganti letture d'epoca. Sarete avvolte in un'esperienza multisensoriale fatta di colori e sapori del tempo che fu, in cui reinventare la propria immagine strizzando l'occhio al passato.

Avete letto tutti i consigli dei post precedenti? Flapper Girl anni Venti o Pop Queen anni Ottanta? Sabato 11 Febbraio presentatevi all'evento con un look da vera VINTAGE LADY.  Colei con la mise più particolare e adatta ricevarà un premio speciale!


Che aspettate? VINTAGE IN THE AIR, IT'S VINTAGE FAIR!!


sabato 4 febbraio 2012

AFTER TEA TORINO @ DIAMOND CLUB

AFTER TEA TORINO @ DIAMOND CLUB

























Oggi niente Vintage Fair, ma venite a trovarci al Diamond Club di Via Maria Vittoria 35, dalle 17.00 in poi, all'After Tea Torino.
AFTER TEA Torino è un progetto in cui sono stati involucrati fashion designers emergenti, t-shirt makers e new concept stores che vendono direttamente i loro prodotti in un contesto sperimentale in continua evoluzione con uno sguardo rivolto  al vintage.
Un'atmosfera unica e alternativa, moda, arte, music, vintage, cupcakes e make-up session! Ecco l'elenco degli ospiti!
° ORFANE 30
° URBANEAR
° FARTGALLERY
° HUMMEL
° STEFANIA BORRAS
° VERVE CREATIVE LAB
° GEC ART
° PUXINELI
° HANSELGRETEL
° SUNGLASSES
° VINTAGE

DJSET by ELA GEE!
 
Per ulteriori dettagli, visitate After Tea Torino su Facebook!
www.facebook.com/events/355799671098714/
Per informazioni sul Diamond Club, ecco il loro sito!  
www.diamond-club.it
 
 
VI ASPETTIAMO!!!!!

venerdì 3 febbraio 2012

FABULOUS EIGHTIES

FABULOUS EIGHTIES
QUEI FAVOLOSI ANNI OTTANTA



Fabulous Eighties, i Favolosi anni Ottanta: l'impennata della crescita demografica e l'approccio sempre più consumistico alla vita segnano una netta demarcazione tra i decenni precedenti e gli anni Ottanta. La televisione entra in tutte le case e guida lo stile di vita della popolazione, condizionando le tendenze del periodo.



MTV, il canale musica, fa il suo ingresso nelle vite dei teenager di mezzo mondo, rivoluzionando il modo di consumare musica e sviluppa la cultura pop. Il piccolo schermo lancia la carriera di una giovane Madonna, ben presto idolo delle ragazzine che ne copieranno il look e i modi di fare.



La reginetta del pop, che si contende il titolo con Cindy Lauper, sfoggia gonfi capelli ricci adornati con fascette colorate e fiocchi, gonne di tutte e leggins, catene con crocifissi e guantini di pizzo, le braccia ricoperte di braccialettini di plastica.



Ma siccome da Mtv ci passano tutti, ogunno ha potuto dare il suo contributo: i completi di pelle colorati di Michael Jackson in Thriller e i calzini bianchi con mocassini, il look new romantic promosso, tra gli altri, dagli Spandau Ballet, David Bowie e i Visage, le scarpe da ginnastica della nike e le felpe dell'emergente cultura hip hop.






Influenti a inizio decennio sono le scelte stilistiche delle soap opera Dinasty e Dallas: da qui parte l'idea di power dressing, fatto di completi con giacche con le spalle super imbottite e pencil skirt, la vita ben stretta, magari con una cintura elastica. 





Questo tipo di abbigliamento rispecchia perfettamente la condizione che la donna si è guadagnata nella società,  e proprio le spalle ingrossate da questi tailleur ribadisce la posizione di parità (o quasi) della figura della donna rispetto all'uomo nel mondo del lavoro.




Anche i film culto fanno la loro parte. Tom Cruise lancia la RayBan e due suoi modelli di occhiali: gli Aviator a goccia in Top Gun e i mitici WayFarer in Risky Business. E non dimentichiamo i Levi's 501 di Marty McFly, interpretato da Michael J. Fox, in Ritorno al Futuro.




Flashdance e Fame introducono al look "accademia di ballo" mentre Jane Fonda si reinventa istruttrice di aerobica. E' un tripudio di body e leggins di Lycra dai colori fluo, scaldamuscoli e rincorsa estetica al fisico scolpito.


La cura del corpo diventa un'ossessione, le spiagge sono invase da donne in costumi sgambatissimi e corpi abbronzati da ore ed ore di esposizione agli UV nei lettini dei solarium.


Nell'immaginario collettivo che con bramosia guarda e copia le mode statunitensi, però, fa capolino una donna inglese, catapultata sotto gli occhi di tutti in seguito al suo regale matrimonio nell'81: è la principessa Diana, role model in fatto di stile, che riporta in auge i cappellini coordinati all'abito. Ed è subito tendenza.



In Italia è degna di nota una corrente stilistica di strada che segue le ideologie americane di consumismo selvaggio: sono i ricchi alunni delle scuole private, prima di Milano e poi del rersto d'Italia, che si ritrovano davanti ai fast food e indossano abiti griffati. Sono i paninari, con i loro Moncler e gli stivaletti della Timberland sotto i loro jeans arrotolati al fondo.



Consigli Pratici: Tulle, pizzo e Lycra, per gonna, guanti e leggins per un look alla Madonna, esagerando con colori e accessori. Catene su catene con appesi simboli religiosi e un tocco di plastica, con braccialetti o paperine Jelly. I capelli gonfi, i fiocchi in testa belli imbottiti, il make up esagerato!

 

Sentirsi ragazzine e sognare Simon Le Bon si può, quindi camiciette piene di ruches, occhi molto truccati e mood new romantic fanno al caso vostro.


Feeling sporty? Strizzare l'occhio all'aerobica in tutine aderenti dai colori fluorescenti, scaldamuscoli e fascette di spugna sulla fronte.



Capelli ricci portati di lato, orecchini pendendi a cascata molto lunghi, imbottite con spalline le vostre giacche, calze velate, pancia in dentro petto in fuori, siete power women e tutto potete. Anche un cappellino in tinta alla Lady D. volendo.




Se invece lo spirito è ancora quello paninaro, indossate la vecchia felpa Best Company, i vostri Levi's, le Timberland e il Moncler. Con le temperature odierne, questo look, anche se un po' infagottante, risulta l'opzione più indicata!!
          
                                                                                                      

















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giovedì 2 febbraio 2012

HAPPY HIPPY PUNK CHIC SEVENTIES

HAPPY HIPPY PUNK CHIC SEVENTIES
LA PLURALITA' DEGLI ANNI SETTANTA



Happy Hippy Punk Chic Seventies, i felici anni Settanta tra Hippy, Punk e Chic: dopo le rivoluzioni socio-culturali del '68, gli anni Settanta si aprono con il desiderio di protestare. No alla guerra in Vietnam, no alle armi nucleari, benvenuto ambientalismo, avanti movimento femminista. I giovani si radunano in immensi festival che si oppongono alla società e propagandano l'amore per la pace, per la natura, per il sesso, per la collettività. E' il movimento hippy, che prima a Woodstock nel '69, poi a Isle of Wight nel '70 celebra questi ideali.


La filosofia del Peace&Love si traduce a livello di abbigliamento come contaminazione di stili e culture. Se di base ci sono i pantaloni a zampa d'elefante appoggiati sui fianchi, abiti lunghi, e grandi cappelli, si nota una mescolanza di tessuti e fantasie dal sapore etnico.



Kaftani, Kimono, Djelleba (una specie di cappottone marocchino con cappuccio) diventano indumenti preziosi con inserti d'oro e d'argento.




Nasce la cultura del DIY (Do It Yourself, nel senso di creare da soli) e spopolano collane e bracciali di perline, e le tecniche casalinghe di colorazione batik e tie and dye sono in gran voga.



Tuttavia, il fenomeno degli hippy è transitorio e destinato a decadere verso la metà degli anni Settanta, momento in cui si diramano due principali correnti.
I nuovi ricchi, figli del terziario, tendono ad una restaurazione borghese che reintroduce il gusto alla mondanità.
Da un lato si sviluppa il concetto di officewear, si consolida il tailleur pantalone ma anche la gonna midi, al ginocchio, con pieghe, frontali o spostate sui lati, abbinate a stivali al ginocchio.



Il rovescio della medaglia dell'officewear è il Disco Look. Il film del '77 Saturday Night Fever vede un giovane John Travolta impegnato in ginniche acrobazie sulla dancefloor che illumina il mondo della Disco music, con il suo tipico stile fatto di glitter, hot pants, platform shoes e tanti tessuti sintetici.




In contrasto con la tendenza disco, gli anarchici inglesi si identificano in un nuovo tipo di lotta sociale underground che delinea il movimento punk. I Sex Pistols nel '77, con il loro manager Malcom McLaren e la sua compagna Vivienne Westwood, delineano l'immagine del movimento. T-shirt strappate con slogan provocatori, pelle nera e borchie, Doctor Martens ai piedi, creste alte e colorate, volutamente in antitesi al comune buon gusto.



Con la nascita del prêt-à-porter, le altre nazioni hanno decentrato la produzione industriale di indumenti nei loro paesi satellite. In Italia ciò non è possibile, in quanto non ha nessun paese satellite cui delegare la produzione.Di qui la scelta di ripiegare sulle piccole e medie imprese interne. Questa peculiarità si trasforma nel punto di forza dello stile italiano, e che, in una fusione tra arte e produzione industriale che segue la tradizione, determina il successo del Made in Italy.


In Italia, intanto,iniziano ad affermarsi nel panorama della moda molti giovani stilisti promettenti, reduci da apprendistati di alto livello. Giorgio Armani, Valentino, Walter Albini, Krizia e Missoni sono i maggiori esponenti della categoria. Novità Made in Italy: si propone il total look, dall'abito all'accessiorio con il proprio marchio, un concetto che solo in seguito sarà copiato anche all'estero.
Il trionfo del Made in Italy è celebrato nella recente mostra alla Reggia di Venaria sui 150 anni di Moda Italiana. Nella parte finale del percorso è allestita una sfilata, da Franca Sozzani, con i capi più celebri e significativi dagli anni Settanta ad oggi.





Consigli Pratici: Hippy, Disco Diva, Punk o Chic Lady? Variegati gli stili, variegati i dress code: per un look figlia dei fiori, un patchwork di stile etnico, jeans a vita bassa e super scampanati in fondo oppure abiti lunghi dalle fantasie psichedeliche o batik, magari in stile kaftano.I capelli sono lunghissimi e sciolti, arricchiti di fiori o perline.



Il Disco Look esige wrap dress di jersey o hot pants di Lycra con top corto e aderente, platform shoes colorate, orecchini a cerchio e acconciatura possibilmente afro. E non dimentichiamo i pattini!!



Se si sceglie il punk conviene personalizzarsi una vecchia t-shirt neutra, strappandola e borchiandola, magari aggiungendo la scritta "destroy" come faceva la Westwood, jeans stretti infilati nelle Doc Martens, capelli tinti ma di colori sgargianti:rossi, blu, verdi o rosa. Certo, sarebbe meglio una cresta, ma un'impalcatura di gel è difficile da lavar via il giorno dopo!



Le affezionate dello stile lady, ma che strizza un occhio agli anni Settanta, potranno calzare stivali sotto una gonna a pieghe o dei pantaloni a gamba larga nei toni del marrone e della ruggine o nelle sfumature dell'indaco e dell'argento, abbinarci una camicietta diseta e un taglio di capelli un po' a scodella, con frangetta bombata inclusa!












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mercoledì 1 febbraio 2012

SWINGING SIXTIES

SWINGING SIXTIES
I FAVOLOSI ANNI SESSANTA
































Swinging Sixties, i Ritmati Anni Sessanta: sono gli anni della contestazione giovanile, della critica alla società patriarcale e consumistica, gli anni dei media, della cultura pop e della minigonna. In piena Guerra Fredda e con il peso di una potenziale guerra atomica sulle spalle, la generazione più giovane fa sentire la propria voce. E' la Youthquake della Beat Generation, parola coniata dalla direttrice di Vogue Diana Vreeland nel '63, formata da youth, giovani, e quake, terremoto.






















 Gli idoli cambiano, le radio pirata, come la Swinging Radio England da cui deriva la definizione del decennio, propongono una nuova musica, quella dei Beatles e dei Rolling Stones, dei Kinks e degli Who. Anche le donne abbandonano la classica etichetta formale in favore di una maggiore espressione di sè e della propria libertà.




Le irraggiungibili bellezze Hollywoodiane non sono più un mito da inseguire, mentre invece le modelle dell'epoca, come Twiggy, Jean Shrimpton e Veruschka, con i loro fisici esili sono così simili a quelli delle ragazzine di mezzo mondo.










Il rinnovamento generazionale trova il suo apice nelle strade di Londra, le quali, per la prima volta, sono il motore delle nuove tendenze. La moda nasce dal basso, da quei luoghi come Carnaby Street, fucina di idee e nuovi talenti.






Proprio qui, Mary Quant rivoluziona il modo di vestire delle giovani donne: crea la minigonna. Anzi, più che creare, si può dire che accorcia l'orlo delle gonne, in realtà non così tanto come si potrebbe immaginare, appena due dita sopra il ginocchio. Ma quei pochi centimetri di pelle in più scoperta suscitano parecchie reazioni, negative e di sdegno da parte dei conservatori e di totale apprezzamento da parte delle giovani.


La minigonna diventa il simbolo di questa generazione e di conseguenza nascono nuove eigenze, come la necessità di utilizzare non più calze ma collant, che vedono lo sviluppo di nuovi materiali e tecnologie.




Mentre l'Inghilterra è in fermento, da Parigi iniziano a sfilare nelle passerelle nuove linee e concetti di abiti di quegli stilisti che sono attenti ai movimenti underground internazionali. La linea a trapezio spopola, nonostante sia un tipo di abito in cui il punto vita è completamente ignorato e le forme nascoste dalla forma svasata. L'attenzione e la ricercatezza sta nelle fantasie e nei materiali: se Courrèges sperimenta attraverso materiali polimerici linee geometriche e temi spaziali (da non dimenticare le conquiste della scienza del tempo, il primo uomo nello spazio e le prime missioni lunari), Paco Rabanne suggerisce il metallo al posto dei tessuti e Yves Saint Laurent esplora il mondo dell'arte rendendola fruibile attraverso i capi d'abbigliamento.










L'arte, e soprattutto la Pop Art e l'Op Art, influenzano molto lo stile del periodo. I due più influenti esempi sono Andy Warhol e Bridget Riley. Warhol tramuta il concetto di arte in prodotto di massa, elevando lo status di molti oggetti comuni, quali le lattine di zuppa Campbell's, riportate anche su di un abito di carta, il cui senso dell'effimero è esso stesso arte.


 Inoltre, con la sua Factory, precede i vari livelli di nuove libertà, collaborazione e interscambio artistico, e creerà la prima vera it-girl, Edie Sedgwick.


















 La Riley, invece, suggerisce delle riproduzioni del movimento attraverso il colore, risultando la massima esponente dell'Op Art a livello mondiale, anche se spesso criticata dai sui colleghi a causa della strumentalizzazione a scopi economici delle sue opere.


La moda diventa dunque interdisciplinare più che mai, fornendo una possibilità di libera interpretazione come non era mai stato possibile fino ad allora. La moda si fa più accessibile. Infatti, gli indumenti iniziano ad esser prodotti industrialmente e il concetto di "vestito buono" e la rigida distinzione in base all'occasione d'uso va via via scemando. La distinzione di classe sociale non sta più nella foggia dell'abito, ma nella qualità di realizzazione. L'aspetto esteriore di un indumento ne diventa il fulcro: nasce il concetto di abito come status symbol, aspetto che in un universo di produzione di massa si distigue con la griffe.


Negli anni Sessanta, tuttavia non si possono dimenticare due figure chiave a livello mondiale, una statunitense e una britannica, che invece hanno continuato a promuove un'elegaza e uno stile così ricercato da essere un punto di riferimento in fatto di moda, in quanto erano capaci di declinare le tendernze in maniera bonton: Jackie Kennedy e Audrey Hepburn. La prima fa sognare con tailleurini dai colori pastello abbinati a cappellini e guanti da vera first lady, la seconda ha fatto innamorare con le sue mise sempre perfette, consacrandonell'olimpo della moda  il little black dress di Hubert de Givenchy indossato nel film Colazione da Tiffany nel 1961.



 
Consigli Pratici: per un look alla beat generation l'imperativo è uno solo:minigonna. Che sia abbinata a una maglietta skinny rib (una maglietta aderente dal tessuto a costine fitte) e a stivaletti ultra-piatti o che sia in realtà un abitino atrapezio un po' pop dalle linee geometriche e i colori sgargianti con ai piedi delle ballerine con tacchetto squadrato, la scelta a voi. Purchè sia almeno due dita sopra il ginocchio.



 Ma se si vuole imitare la classe di Audrey o Jacky, via libera a colori pastello e linee asciutte, tradotte in tailleur o in abitini bon ton.




I dettagli impreziosiranno in look: capelli corti o caschetto, gioielli geometrici in resine plastiche completeranno il tutto.



E perchè no? Un bel paio di occhiali da sole, optical e dalle linee un po' spaziali!















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